Quest’anno viene proposta una riflessione sul destino dell’umano. Destino nel senso di destinazione, del dove è diretto, e anche del che cosa ne potrebbe essere di questo essere speciale che per secoli ha dominato la scena sul pianeta terra. È giunto il suo tramonto o si prepara ad una nuova alba? Le straordinarie scoperte delle scienze biologiche e gli orizzonti inusitati della biologia sintetica ripropongono oggi, in veste nuova, la domanda kantiana: che è uomo? “Chi oggi, nell’odierno carnevale di questa idolatria* […] voglia preservare ancora una qualche riflessività, chi addirittura si dedichi alla professione di assistere l’uomo psichicamente malato, questi deve […] pensare storicamente e desistere dalla incondizionata assolutizzazione del progresso, nel cui risucchio l’esser uomo dell’uomo occidentale minaccia di tramontare” Oggi, come dice Gerd Leonhard “dobbiamo prestare altrettanta attenzione a ciò che significherà essere o rimanere umani in futuro (ovvero, a ciò che ci definisce come esseri umani) di quanta ne dedichiamo allo sviluppo di quelle tecnologie (e biotecnologie) la cui potenza cambierà l’umanità per sempre”.