Articolo del giornale ‘Oggi Treviso’
L’Università della Terza Età vuole salvare Santa Maria in Colle
UTEM aderisce ufficialmente al progetto di rivitalizzazione civica di Santa Maria in Colle e del suo compendio
MONTEBELLUNA – Le ripetute scorribande dei vandali al punto che il parroco ha chiuso i cancelli del sagrato, hanno riportato in auge una questione molto sentita in città: la valorizzazione della chiesa di Santa Maria in Colle, insieme ai tesori che l’attorniano, come il vecchio cimitero e la poco lontana villa Zuccareda senza dimenticare la casa di Augusto Serena (o del campanaro) e l’altrettanto pregevole edificio dell’ex canonica. Sulla questione ore interviene anche l’Università della Terza Età.
“Assieme ad amici, alla parrocchia e alcune associazioni da tempo attive su questi temi, cercheremo di ragionare assieme a tutti coloro che vorranno esserci sul che fare del sito di Santa Maria in Colle – si legge in una nota dell’UTEM -. Noi siamo convinti che sia necessario lanciare un ambizioso progetto di riuso che candidi il sistema abbandonato Zuccareda-antico camposanto-complesso prepositurale (chiesa, casa del campanaro, ex canonica) a centro culturale della città. E invitiamo le autorità municipali e i soggetti giuridici coinvolti a collaborare in questo senso, convinti che questo obiettivo non possa che essere al centro dell’attenzione di chiunque”.
La task-force del mondo culturale montebellunese ha quindi dato avvio a un primo passo per il recupero di una delle zone di maggiore rilievo storico e artistico di Montebelluna. “Modi e contenuti, dettagli e ipotesi, possibilità e tentativi, verranno esplorati nel prossimo autunno attraverso alcuni appuntamenti pubblici sui quali stiamo lavorando – conclude l’UTEM -. Ne riparleremo. Per il momento, basti solo un’osservazione: restituire alle dinamiche attive della cultura e all’aggregazione circolare e sociale della cittadinanza il cuore antico di Santa Maria in Colle sarà anche l’unica maniera di renderlo intangibile e rispettato”.